Reddito di cittadinanza. come cambia nel 2023

Lo scorso 22 ottobre si è tenuto l’insediamento del nuovo Governo di centrodestra con a capo Giorgia Meloni, il quale ha immediatamente posto le basi per una revisione del sussidio statale comunemente noto come Reddito di Cittadinanza, introdotto nel 2019 durante il Governo Conte I.
Nella recente Legge di Bilancio approvata per l’anno 2023, la misura, nata come mezzo di contrasto alla povertà e alla disuguaglianza sociale, è stata rivista e cambierà forma, cambiando il rapporto esistente tra percettori e mondo del lavoro.

Di seguito, per punti, sono descritte le principali novità da attendersi e che sono già entrate in vigore dal 1° gennaio del nuovo anno:

  • Ad eccezione di famiglie che includono membri minorenni, disabili o ultra-sessantenni, il sussidio verrà garantito per un massimo di 7 mensilità; ciò significa che sarà applicato per tale durata a qualunque soggetto richiedente di età compresa tra i 18 e i 60 anni non facente già parte delle eccezioni suddette, per le quali la misura continua a valere per 18 mesi;
  • I soggetti che fanno richiesta di percezione sono tenuti a seguire un corso professionale formativo di 6 mesi volto al reinserimento nel mondo del lavoro; il mancato adempimento di quest’obbligo produrrà la revoca del sussidio. Per i percettori sotto i 30 anni, vige analogamente l’obbligo di frequenza di un corso di istruzione. Secondo quanto previsto dalla Legge di Bilancio, i Ministeri dell’istruzione e del lavoro, si impegnano a individuare le iniziative migliori per facilitare le iscrizioni ai corsi di istruzione erogati dai centri provinciali per l’impiego. E’, invece, cura di ogni ente regionale, trasferire all’ANPAL tutti i candidati che rispettano la frequenza dei corsi e, quindi, risultano potenziali percettori legittimi;
  • A differenza della misura originale del 2019, nel 2023 il Reddito di Cittadinanza verrà revocato al rifiuto, da parte del percettore, della prima proposta di lavoro congrua ricevuta. Per “congrua” si intende una proposta di lavoro che offre una remunerazione superiore almeno al 20% del Reddito e che si trova entro un raggio di 80 km dalla propria abitazione;
  • Per quanto riguarda le aziende, viene varata un’agevolazione per chi assume soggetti percettori del RdC: nello specifico, è previsto esonero contributivo per i datori di lavoro che dal 1° gennaio 2023 assumono percettori di RdC con contratti a tempo indeterminato (per un limite di 8000 euro annui);
  • Nella nuova legge finanziaria è prevista anche la cancellazione del bonus affitti per i percettori di Reddito: tale misura prevede la copertura di 10 mensilità del canone fino a un massimo di 3600 euro annui per appartamento. Al momento la nuova norma prevede, invece, che la quota debba essere pagata direttamente all’affittuario. E’ prevista, inoltre, la cancellazione del supporto finanziario al fondo di morosità incolpevole, cioè di quella misura ideata per venire incontro alle famiglie che, per motivi non prevedibili, vedono ridotta in maniera evidente la propria capacità economica e che, di conseguenza, risultano impossibilitati a pagare le quote del canone d’affitto.

Per l’anno 2023, quindi, è prevista una netta riduzione delle possibilità assistenziali dell’originale Reddito di Cittadinanza: il governo Meloni, in effetti, ha sempre ribadito la propria volontà di eliminare questa misura economica entro il 2024; obiettivo che dovrebbe essere conseguito nella legge finanziaria del prossimo anno. Le variazioni esposte sono, infatti, misure temporanee per traghettare in maniera meno drastica verso la totale cancellazione prevista per il prossimo anno, quando le misure assistenziali verranno abolite per tutti i soggetti ritenuti non occupabili.

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