Sta per iniziare il nuovo campionato dell’NBA, la lega americana di basketball che sempre più si configura come un campionato del mondo per squadre: non solo atleti statunitensi, ma giocatori che vengono da ogni angolo del pianeta animano questo campionato, che infatti è seguito ovunque e anche in Italia ha un pubblico crescente di affezionati e tifosi.
Il campionato si è mosso negli ultimi due anni con lo stesso spartito, dominio a Est di Cleveland e a Ovest di Golden State, con finale quasi scontata e risultato che si è alternato. Quest’anno si rischia di trovare lo stesso spartito: Golden State che ha dominato le ultime due stagioni regolari si è rafforzata con uno dei più forti giocatori disponibili, per un anno MVP dl campionato, Kevin Durant che ha migliorato il miglior attacco già esistente. A Est Cleveland con Lebron sempre al massimo, non sembra avere avversari all’altezza. Quindi finale scontato? Nello sport mai nulla è scontato, e vediamo che cosa può accadere.
A Ovest c’è l’eterna promessa dei Los Angeles Clippers, che o esplode questa volta, o mai più. C’è poi San Antonio che deve gestire la partenza della sua stella Duncan, che si è ritirato, ma ha ancora una squadra di lato livello, l’allenatore più forte in circolazione, e un Leonard che è in crescita e che può diventare ancora più forte in attacco. E le altre pretendenti, Houston per prima, possono avere dei risultati di alto livello. Oklahoma con la partenza di Duncan si è sicuramente indebolita, ma Westbrooke è un talento così puro che può trovare l’orgoglio per emergere.
A Est Cleveland non presenta grandi novità, all’ombra di Lebron è cresciuto Kyrie Irving al livello di All Star e Kevin Love può farlo quest’anno. Il resto è contorno, ma non si vede ancora un avversario all’altezza. C’è Indiana che mira a rappresentare la seconda forza, e poi ci sono le delusioni di sempre New York e Chicago, che tenteranno di uscire dall’anonimato. New York in particolare ha comprato Rose, uscito finalmente dal suo incubo giudiziario. Se Rose saprà ritornare agli antichi livelli, allora davvero New York sarà competitiva.
Resta la pattuglia degli italiani, ridotta a due protagonisti. Belinelli ha cambiato l’ennesima squadra e oggi è a Charlotte negli Hornets. La sua carriera è stata lineare, mai il rischio di emergere ai massimi livelli, ma risultati sempre di buona qualità, una seconda scelta affidabile. Poi Gallinari, oramai leader dei Denver Nuggets, che se riuscirà a trovare la continuità che gli infortuni gli hanno negato, potrà dire la sua a buon livello.
I tempi di attesa sono finiti: il campionato più bello del mondo sta per iniziare.