Quando ti senti come se stessi per esplodere conta fino a dieci prima di lasciar andare la tua rabbia. E’ facile dare questo consiglio ma sappiamo che serve a poco. Un impeto di rabbia non è qualcosa che si può ingoiare proprio così. La rabbia è un sentimento che ha una funzione, ha una ragione di essere ed è spesso molto difficile da controllare quando sfugge di mano. Il che non vuol dire che sia impossibile.
La rabbia è un’emozione che appartiene all’essere umano e che, come tale, è positiva e necessaria per la sopravvivenza.
Può essere utilizzata come arma per difendersi da una situazione pericolosa o da un attacco. Può aiutarci a uscire vittoriosi da situazioni in cui siamo costretti a difenderci e, inoltre, una persona ha il diritto di arrabbiarsi, soprattutto quando è vittima di un’ingiustizia. E’ quindi uno strumento utilissimo nelle mani di una persona che deve però riuscire a controllarla e usarla quando ne ha bisogno.
Quando inizia a diventare un problema?
Rabbia, ansia, paura, tristezza, gioia, gelosia: tutte queste emozioni svolgono funzioni molto importanti e sono necessarie per la sopravvivenza delle persone. Tuttavia inizia a diventare un campanello d’allarme quando la rabbia domina o travolge la persona, quando è diretta eccessivamente verso gli altri, produce conseguenze negative e anche quando compare in situazioni non necessarie, cioè quando parliamo di una rabbia disadattiva o problematica.
C’è un’emozione intimamente legata alla rabbia: la frustrazione. Ci sentiamo frustrati e arrabbiati quando c’è un ostacolo che si frappone tra i nostri desideri e gli obiettivi. Le conseguenze di solito non sono buone perché la rabbia provoca la reazione e i conflitti risolti attraverso questa emozione generano problemi ancora maggiori. In effetti la rabbia provoca rifiuto e ostilità. Quando questa emozione prende il controllo, diventiamo persone ostili, scontrose e poco socievoli.
Alcune persone sono più inclini alla rabbia?
Alcune persone sono più inclini alla rabbia a causa di molti fattori diversi. Ci arrabbiamo tutti e proviamo rabbia ma non con la stessa intensità o durata. L’età, l’istruzione ricevuta e le esperienze di vita sono alcuni degli elementi che possono esercitare una potente influenza.
L’educazione emotiva è fondamentale per lo sviluppo della rabbia e, per questo motivo, è molto probabile che i bambini cresciuti in un ambiente pieno di rabbia e ostilità imparino a risolvere i conflitti attraverso questa emozione.
Nella prima infanzia i bambini iniziano ad acquisire la capacità di reprimere gli impulsi di aggressività fisica quando sono arrabbiati come ad esempio spingere, colpire, pizzicare, mordere o urlare.
E’ comune vedere bambini che ricorrono a comportamenti di violenza fisica come lanciare giocattoli, spingere o picchiare i genitori o i compagni di classe perché stanno ancora iniziando ad abituarsi ad usare la parola per esprimere i propri sentimenti.
L’adolescenza è un altro momento critico in cui i ragazzi sono bombardati da vari stimoli, cioè nuovi agenti e preoccupazioni che possono provocare sentimenti di rabbia e frustrazione, come il crescente bisogno di indipendenza e intimità , oltre alle crescenti richieste accademiche, sociale e riguardanti il lavoro.
Chiavi per gestire la rabbia
Non ci sono formule magiche per gestire la rabbia. Il segreto sta nella conoscenza di sé, ovvero nel sapere cosa la rende, da un piccolo fastidio o irritazione iniziale, all’espressione di una reazione incontrollata. Per fare ciò è essenziale conoscere il percorso ascendente seguito dalla rabbia che risponde a queste 4 fasi:
- Evento negativo .
- Pensiero a caldo .
- Rabbia eccessiva .
- Comportamento violento.
Per cercare di vivere in maniera maggiormente rilassata e cercare di raggiungere un benessere mentale, cerca di condurre uno stile di vita che ti mantenga quanto più calmo possibile.
Svolgere attività come la meditazione e lo yoga o praticare attività fisica può aiutare a regolare lo stress e le proprie reazioni.