Il reflusso gastroesofageo è una condizione comune tra gli anziani che può influenzare profondamente la qualità della vita e destare molte preoccupazioni tra i familiari.
Di solito questo disturbo si manifesta con sintomi particolarmente intensi come il bruciore di stomaco, il rigurgito acido, una difficoltà di deglutizione e, in alcuni casi, un dolore toracico anche acuto.
Se trascurato per molto tempo, il reflusso può portare a complicazioni più gravi, soprattutto se l’individuo di terza età è allettato o è parzialmente autosufficiente: gestire alcune particolari condizioni richiede attenzione e una combinazione di conoscenze specifiche per seguire la persona e migliorarne il benessere generale, qualunque sia la patologia da cui deriva il disturbo.
Infatti, quando il reflusso è legato a patologie croniche o invalidanti, la cosa migliore che si può fare è quella di affidarsi a degli specialisti e rivolgersi a degli infermieri a domicilio che siano capaci di fornire assistenza personalizzata e supporto pratico direttamente a casa, a maggior ragione quando il paziente non può recarsi presso una struttura per ricevere delle cure adeguate.
Le cause del reflusso gastroesofageo nella terza età
Con l’avanzare dell’età, il corpo subisce cambiamenti che possono aumentare il rischio di reflusso gastroesofageo.
Tra i fattori principali, troviamo la ridotta motilità esofagea e gastrica, che rallenta il processo digestivo e facilita la risalita dei succhi gastrici verso l’esofago; inoltre, anche l’ernia iatale, comune tra gli anziani, contribuisce a peggiorare i sintomi.
Le patologie croniche, invece, come il diabete mellito, possono influire negativamente sulla funzione gastrica, così come l’uso di determinati farmaci che rilassano lo sfintere esofageo inferiore, il muscolo che normalmente impedisce il reflusso.
Patologie gravi associate al reflusso gastroesofageo
In alcuni casi, il reflusso non è solo un disturbo isolato, ma può essere il segnale di condizioni più gravi che richiedono interventi mirati.
Tra queste, l’esofagite è una complicanza frequente: si tratta di un’infiammazione dell’esofago causata dall’acido gastrico che può portare a dolore e difficoltà nella deglutizione; una condizione più seria è il cosiddetto esofago di Barrett, una patologia acuta in cui il rivestimento dell’esofago subisce alterazioni cellulari che, se non monitorate, potrebbero evolvere in tumori.
Anche le neoplasie esofagee o gastriche possono manifestarsi inizialmente con sintomi di reflusso, rendendo fondamentale una diagnosi precoce; infine, la gastroparesi, spesso collegata al diabete, rallenta lo svuotamento dello stomaco peggiorando il reflusso e aumentando il rischio di complicanze.
Come contrastare il reflusso gastroesofageo in terza età
Contrastare il reflusso gastroesofageo negli anziani richiede un approccio olistico che consideri la salute generale di tutto il corpo dell’anziano e che interessi le sue abitudini quotidiane e le eventuali patologie preesistenti da cui è colpito.
Adottare uno stile di vita sano è il primo passo: è importante evitare pasti abbondanti e preferire porzioni più piccole distribuite nel corso della giornata, consumando alimenti facilmente digeribili. Ridurre cibi grassi, speziati, acidi o bevande gassate può aiutare a diminuire l’irritazione dell’esofago. Dopo i pasti, è consigliabile mantenere una posizione eretta per almeno due o tre ore, per evitare che il contenuto gastrico risalga verso l’esofago.
Mantenere un peso corporeo adeguato è un altro elemento fondamentale: l’obesità, infatti, aumenta la pressione sullo stomaco, favorendo il reflusso e anche l’attività fisica leggera e regolare può migliorare la digestione e contribuire al benessere generale, evitando però esercizi che richiedono flessioni, salti o sforzi intensi subito dopo i pasti.
Un aspetto spesso trascurato è l’importanza del sonno: dormire con la testa leggermente sollevata può ridurre il reflusso notturno, migliorando così la qualità del riposo; allo stesso modo, è utile creare una routine serale rilassante, evitando cene troppo abbondanti o il consumo di caffeina.
Infine, quando il reflusso è associato a patologie croniche o diventa difficile da gestire autonomamente, può essere utile coinvolgere professionisti sanitari perché questo consente di ricevere un supporto diretto nella gestione dei sintomi e nell’applicazione di strategie personalizzate.
Gli infermieri, ad esempio, possono fornire consulenze pratiche sull’alimentazione, monitorare eventuali complicanze e garantire un’attenzione costante alla salute dell’anziano, offrendo un aiuto prezioso per la famiglia.
Il reflusso gastroesofageo nella terza età dunque è un disturbo comune, ma potrebbe derivare anche da alcune patologie croniche che è necessario gestire attraverso un approccio che combini abitudini salutari, strategie pratiche o supporto professionale.
Agire con tempestività e consapevolezza è la chiave per prevenire complicazioni e vivere una vita più serena e attiva.